Entrambi di Berchidda, Giovanni e Anna Maria Puggioni si sono affermati come Duo Puggioni. Il primo è nato nel 1942 e la seconda nel 1946. Prima che la malattia condizionasse pesantemente la voce di Anna Maria, il Duo Puggioni ha calcato i palchi di tutta l'isola ottenendo sempre un notevole consenso popolare, spesso comparendo nelle emittenti sarde, anche con sigle televisive. Frequenti anche le tournèe fuori dalla Sardegna, in Italia e all'estero.
La voce di Anna Maria, accompagnata dalla chitarra del fratello Giovanni, risultava sempre gradevole e moderna, di buona fattura, corrispondente ai gusti di gran parte del pubblico sardo. Dai primi anni '70 ai primi anni '90 il Duo Puggioni si è così affermato lasciando una grande impronta, contribuendo alla divulgazione del canto a chitarra in un modo del tutto personale, con una leggerezza che ha reso il Duo particolare, suggestivo e anche più accessibile.
Numerose poi le registrazioni che si sono susseguite nel tempo, ne elenchiamo qui alcune; si tratta di musicassette quasi tutte curate dal compianto Franco Idini, per la casa discografica Tekno Record. "Notte de chelu", "Serenadas", "La nostra Sardegna", "Semidas", "In su riu Mannu". Attualmente, dei due soltanto Giovanni è in attività; in particolare, collabora con il Coro di Aglientu.
FIZZOS DE CARONTE "Fizzos de Caronte" tuona come la denuncia di una Sardegna condannata all'isolamento perché, come raccontano i versi in limba della canzone, il "Continente è troppo grande per capire." Tanto grande quanto incapace di udire la voce e le richieste dei figli di quella terra. Emigranti, lavoratori, gente comune in balia dei vettori aerei e navali, costretti per ricongiungersi ai propri affetti, ad attendere come le anime dei trapassati, il Caronte di turno che li traghetti in un luogo di pace.
CORO NIEDDU In limba suona Coro Nieddu, ma si può interpretare cuore nero. Quel cuore grande e generoso dei minatori che pur di assicurare una vita migliore a mogli e figli, hanno accettato di farlo diventare nero respirando giorno dopo giorno, nelle viscere della terra, le micidiali polveri delle gallerie minerarie. "Coro Nieddu", il brano principale che dà anche il titolo al nuovo cd delle Pandelas, è dedicato ai minatori, a quelli morti in miniera, ai tanti che ancora oggi in tutto il mondo continuano a morire, ai sopravissuti, a quelli del Sulcis, ai sardi emigrati in Belgio, ai loro figli ormai integrati all'estero grazie al sacrificio dei padri e in particolare alle vittime della miniera di Marcinelle
S'ISOLA MIA E sono sempre i Tenores di Bitti "Remunnu 'e Locu", miscelati con arte ai cori campidanesi di Gianni Cogoni (basciu) Agostino Valdès (contra), Vincenzo Spiga (tenore), su solittu e sa trunfa di Orlando Mascia e le Pandelas a dare voce all'inno alla Sardegna e alle sue bellezze naturali dell'inedito "S'isola Mia" (Marcia-- Masala).
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Con i suoi 2 cd CD, “ Notte de luna “ e “ Ogh’elada” è riuscita ad eseguire le più belle melodie della Sardegna unendo agli strumenti sardi più antichi quelli classici della musica sinfonica. Da quattro anni ormai viene accompagnata nei i suoi concerti da un gruppo di sette elementi formato da 3 archi ( 2 violininiste e una violoncellista) una pianista-tastierista, una chitarrista-corista, un batterista e un bassista-contrabbasso . Si presentano al pubblico in modo molto elegante e raffinato con una scenografia completamente bianca come i loro vestiti e vengono apprezzate, oltre che dal pubblico sardo, anche da coloro che si avvicinano per la prima volta alla nostra musica etnica e che si lasciano trasportare con grande emozione dal suono dolce dei violini e la voce melodica di Carla. Sulle musiche di grandi artisti sardi e su canzoni tradizionali come “No potho reposare”, l’artista interpreta in chiave moderna, senza mai snaturare l’essenza sarda, la forza e la dolcezza unica della canzone in limba. Elemento di unione di questi diversi modi di concepire la musica,“ lospettacolo” trova armonia e sintesi nella voce della Denule, custode della memoria e del tempo, interprete eroica di una sardità che diventa valore universale e linguaggio per tutti i popoli. Uno spettacolo emozionante e capace di trasmettere quelle sensazioni forti che solo un concerto che miraa far incontrare linguaggi e canoni musicali diversi tra loro può dare”. Forse anche per questo gli organizzatori delle varie manifestazioni collaterali svoltesi durante i grandi Giochi Olimpici di Torino, dopo aver visionato tutto il materiale audio-video della cantante, hanno deciso che fosse proprio Carla la persona giusta a rappresentare la S ardegna davanti a un pubblico che arriva da tutt CARLA DENULE E IL SUO NUOVO ALBUM: 'OGHE 'ELADA. Fra le canzoni che compongono il nuovo album di Carla Denule c'è anche MAMA FIDELE, di Antonio Strinna e Marco Piras. Una intensa e delicata preghiera in lingua sarda, dedicata alla Madonna.
MAMA FIDELE
Testo: Antonio Strinna – Musica: Marco Piras
Mama fidele de isperas e lagrimas, mama cara ses cun s'amore tou e vives pensende a s’omine chi est solu, contr'a bentu, donzi die.
Chi Deus nos salvet, Maria, pro vivere beneittos umpare a tie caminende sempre chena nues in sa lughe chi nos dasa tue.
Mama fidele, oh mama gloriosa de Deus e de s’omine, est preziosa cun tegus sa vida pro s'anima tua.
Amore chi sanat dolore ses tue s’amiga de 'onzi pregadorìa, ses sa manu chi sos peccadores disizan che paghe.
Chi Deus no salvet, Maria, pro vivere fizos suos e fizos a tie... Ca su male faghet finza ruère su peldonu nos donas e un'ispera s'azzendet in su coro nostru pro te.
Mama fidele, oh mama gloriosa de Deus e de s'omine est preziosa cun tegus sa vida pro s'anima tua.
Amore chi sanat dolore ses tue in sa vida, ses tue in s’anima. Tue ses intro a su destinu nostru de antigos misterios.
Tue ses mama in chelu e in terra chi tottu iscultana, ses mama in chelu e in terra: salvesa pro s'omine...
CARLA DENULE Il suo nuovo CD: 'OGHE 'ELADA
1) Cando sos omines 2) Battor moritteddos 3) Carrasecare 4) Rosas in sa pedra 5) Cantade e ballade bois 6) Amore diverso 7) S'ispada lughente 8) Mama fidele 9) A sa luna 10) Cantare, cantare, cantare
Produzione RG Music
Consultando le pagine del DIARIO potete ascoltare e/o vedere: BADDE LONTANA, Bertas ISTELLA MIA, Corale Canepa CAMINENDE, Corale Orolache - Voci nel blues PENSENDE A TIE, Bertas DURCHE TERRA MIA, Paolo Zicconi e Corale Canepa MAMA FIDELE, Carla Denule NINNIDU SILENZIOSU, Andrea Parodi - Coro degli angeli AVE MARIA BELLA, I Bertas - Corale Luigi Cànepa
O TEMPO, GIOVENTU' E COSCIENZA DI ESSA, GIACCHE' LA GIOVENTU' E' TROPPO IMPEGNATA A VIVERE PER ESSERE COSCIENTE E LA COSCIENZA E' TROPPO IMPEGNATA A CERCARE SE STESSA PER VIVERE....
Importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo, bisogna fare piccole cose con tanto amore....
Happu ingiriau su mundu cant’ est mannu E’ nc’ happu bistu cosas de fai spantu Happu suffertu dognia sort’ è dannu, Conosciu it’ est s’ arrisu, it’ est su prantu ; Prus feroci ses tui, bella Lugori.
2 Is ogus tuus, alluttus che su fogu, Sa bucca tua, prus frisca de una rosa, In su coru m’ hant fattu cussu giogu Chi no assimbilat a nisciuna cosa, Chi spizzulat e poburu e signori, E chi ddi nanta, sino sbagliu, amori.
3 Tui sola biu, Lugori, in dognia parti, Stella lucenti in notti de beranu; Sempri ti sigu, e no conosciu s’ arti Mancu de lompi a ti stringi sa manu… Comenti su profumu de unu flori, t’intendu e non ti toccu, o mia Lugori.
4 E seu feliçi de ti contemplai che una Nostrassignora in processioni, e suffru e timu de non m’ammacchiai a biri che no intendis arrexoni, ma po ti fai comprendi it’ est amori T’hem’ a bolli basai, bella Lugori.
A LUGORI 1 Ho girato il mondo quant’esso è grande e ci ho visto cose da far meraviglia, ho sofferto ogni sorta di guai e so bene cosa è il riso e cosa è il pianto; ma di tutto sei più dura tu, bella Lugori.
2 I tuoi occhi fiammeggianti, la tua bocca più fresca di una rosa mi hanno fatto in cuore quello scherzo che non rassomiglia a nessun’altra delle cose che ti possano capitare, che pizzica sia il povero che il signore e che, se non sbaglio, si chiama amore.
3 Dovunque non vedo che te, Lugori, stella lucente in una notte di primavera, ti sogno sempre, ma non so neppure come si fa a stringerti la mano… Io ti aspiro come il profumo di un fiore, sei nell’aria eppure non ti tocco, o mia Lugori.
4 E sono felice di contemplarti come una madonna in processione e soffro e temo di impazzire poiché mi accorgo che non riesco a convincerti, anche se per farti capire cos’è l’amore vorrei baciarti, bella Lugori.
La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi.. ventiquattro mila chilometri, di coste immerse in un mare miracoloso, dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come paradiso.. !
Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo.. la Sardegna è un'altra cosa, incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito.. nulla di definito, nulla di definitivo.. è come la libertà stessa !!
Da molto, molto tempo vi concedo i miei spazi perche possiate viverci ! trattatemi con rispetto, non sono eterna, quindi....abbiate cura di me io sono la vostra Madre Terra.!!
Su frori prus bellu A su mengianu mi seu scidada chizzi chizzi e apu biu in su xelu ancora scuriu una biga ‘e isteddus luxentis cun d’una luna manna e crara chi pariat unu soli de notti. Insaras, castiendimì in giru, hapu firmau is ogus in sa campagna prena de mendulas florìas aici bella, aici profumada ca mi seu incantada. No creu m’hap’a scaresci mai cussu quadru pintau de poesia de luxis e de coloris e totus is emozionis chi trumbullant, arribant a su coru e pigant anima e corpus. Ita spantu! No pariat berus! Est istetiu unu sonnu o solamenti sa realidadi d'unu spettaculu eccezionali? Comenti si siat, sa natura est bestìa a festa e, scoberrendi is arricchesas e is bellesas cuadas, arregordat a totus su frori prus bellu, su miraculu prus berus e prus appassionanti de su mundu: sa vida chi torrat a nasci.
Traduzione in italiano
Il fiore più bello Stamattina mi sono svegliata all’alba e ho scorto nel cielo ancora buio una miriade di stelle luminose e una luna grande e chiara che sembrava il sole di notte. Poi, volgendo lo sguardo intorno ho scorto la campagna ricoperta di mandorli fioriti così bella, così profumata che mi sono estasiata. Non credo di poter mai dimenticare quel quadro dipinto di poesia, di luci e di colori e quelle emozioni che arrivano al cuore e sconvolgono il mio essere. Che meraviglia! Non sembrava vero! È stato un sogno o soltanto la realtà di uno spettacolo singolare? Comunque sia, la natura è vestita a festa e restituendo alla luce le ricchezze e le bellezze nascoste, ricorda a tutti il fiore più bello il miracolo più vero e più appassionante del mondo: la vita che riconquista la vita.
Tra i 6 cibi più terrificanti del mondo saltella il Casu Marzu
La Sardegna si ritrova in classifica con il casu marzu, le cui “larve traslucenti sono capaci di saltare circa 15 cm in aria, rendendo questo l'unico formaggio al mondo che richiede protezione oculare quando lo si mangia. Il sapore è forte abbastanza da bruciare la lingua e gli stessi vermi qualche volta sopravvivono nell’intestino….”
Una sorta di arma biologica dagli effetti devastanti ; Così il Guinnes dei primati descrive su casu marzu sardo, definendolo il "formaggio più pericoloso del pianeta" (most dangerous cheese)
ma gli esperti dell'isola contestano Il Gastronomo Sconkau esalta il gusto e le virtù digestive del formaggio con i vermi!
<< Non capisco come si possa considerare pericoloso il nostro formaggio marcio che, se fatto come si deve, non ha mai fatto male a nessuno >>
Forse credono che le larve contenute sulle forme siano di mosche comuni, non è così, derivano dalle uova depositate dalla mosca del formaggio, che non possono sopravvivere nello stomaco perchè l'acidità le uccide!
Questo anche per le virtù benefiche del formaggio marcio che non mancava mai in occasione delle feste, e veniva consumato alla fine dei pasti più abbondanti come digestivo.. provare per credere, basta spalmarne pochissimo su un pezzetto di pane e in poco tempo ci si sente alleggeriti! ahahah.. ;)
Non finirà nelle farmacie come prodotto da banco, ma su casu marzu non è certo " the most dangerous cheese" a meno che non sia Marzu ma guasto, avariato, allora si, fà male! nè più nè meno di tutti i cibi del pianeta!!
Con buona pace del Guinnes delle scemenze!!
C'è il mare di mezzo. La gente non ci finisce per caso, ma ci va per scelta.
Il colore dell'acqua. Non ci sono Caraibi che tengano.
La sabbia non è polvere. Si infila nelle orecchie, ma poi esce.
Il cisto profuma di Sardegna, o la Sardegna profuma di cisto. Ancora non ho capito, ma non è importante.
Le danze tradizionali. Dopo tre "filu e ferru", ballano anche i milanesi.
Gli occhi delle donne. Guardateli, e capirete perché in Sardegna comandano loro.
I malloreddos hanno un nome simpatico.
Le pecore hanno un'aria filosofica.
La salsiccia sarda è un salume sexy.
Le seadas col miele sono una droga consentita.
Il ginepro è la versione botanica (e contorta) dei nuraghi: roba solida, che dura.
La gente pensa prima di parlare.
Niente commissario Montalbano. Ma di Sardegna hanno scritto Salvatore Satta, Carlo Levi e D.H. Lawrence.
L'accento si può imitare. Basta allenarsi con amici sardi spiritosi.
L'uso del gerundio è affascinante ("Scherzando stai?").
Certe calette sembrano il salvaschermo del computer.
Il vento rende nervosi molti turisti, che non ritornano. Meglio. Così si sta più larghi.
In un posto circondato dal mare (e che mare!) sono specializzati nella cucina di carne.
La Sardegna piaceva a Montanelli e a De Andrè.
Chi dice che i sardi sono piccoli? Sono concisi.
Le doppie hanno un crepitio simpatico: ascoltate Francesco Cossiga. Anche quando non sono d'accordo su quello che dice, mi piace come lo dice.
Alghero profuma di Spagna, Cagliari di sud, Oristano di sole e Castelsardo di vento.
Vermentino freddo e mirto gelato sono l'equivalente della salsa barbeque negli Stati Uniti: potenti evocatori d'estate.
I porcellini sono belli, ma soprattutto buoni. Uno assaggia e ringrazia il cielo di non essere vegetariano.
Spiaggia del Poetto a Cagliari. La ricordo urbana e decente, e avevano anche i gelati al biscotto.
Capo Testa scolpito dal vento. Suona banale, ma è tutto vero.
Le donne sarde hanno cominciato a vestirsi in nero molto prima delle PR della moda a Milano.
Quando li chiami al telefono, i sardi ricordano sempre chi sei.
BAM (burino acquatico motorizzato) è abbastanza raro. In mare càpita di sentire il rumore delle onde.
Il sughero è più simpatico della plastica.
Cala Capra, vicino Palau. Una piscina della Florida senza gli svantaggi della Florida.
Le piante piegate dal maestrale. Sembrano appena uscite dal parrucchiere.
C'è sempre una spiaggia vuota, anche in agosto. Magari all'alba: ma c'è.
L'estate non è un brodino tiepido californiano. L'estate sarda comincia (giugno), continua (luglio), si interroga (agosto), si stanca e se ne va (settembre). Come dire:buone vacanze,ci vediamo là..
Post n°437 pubblicato il 09 Giugno 2010 da somario
C’era una volta un’isola nella quale vivevano tutte le emozioni, come la Felicità, la Tristezza, la Conoscenza, e tutte le altre, compreso l’Amore. Un giorno venne annunciato alle emozioni che l’isola sarebbe affondata, così tutti gli abitanti sistemarono le loro imbarcazioni e si prepararono a lasciare l’isola.
Amore voleva aspettare fino all’ultimissimo momento. Quando l’isola stava per affondare, Amore decise di chiedere aiuto. Ricchezza stava passando vicino ad Amore in una grandissima barca. Amore disse: “Ricchezza, puoi portarmi con te?”. Ricchezza rispose: “No, non posso. C’è tanto oro e argento nella mia barca. Non c’è posto per te.”
Amore decise di chiedere aiuto a Vanità, che stava anche lei passando con un bellissimo vascello. “Vanità, per favore, aiutami.” “Non posso aiutarti, Amore. Sei tutta bagnata e potresti rovinarmi la barca.” Rispose Vanità.
Tristezza si stava avvicinando e così Amore le chiese aiuto. “Tristezza, fammi venire con te.” “Oh.. Amore, sono così triste che ho bisogno di stare da sola.”
Anche Allegria passò di lì, ma era talmente contenta che non sentì quando Amore la chiamò. Improvvisamente ci fu una voce: “Avanti, Amore, ti porterò io!” Era un anziano. Amore si sentì così grato e gioioso che si dimenticò perfino di chiedere al vecchio il suo nome.
Quando arrivarono sulla terraferma, il vecchio se ne andò per la sua strada. Amore si rese conto di quando era in debito con il vecchio e chiese alla Conoscenza, un'altra anziana, “Chi mi ha aiutato?” “E’ stato il Tempo” rispose Conoscenza. “Tempo?” chiese Amore. “Ma perchè il Tempo mi ha aiutato?” Conoscenza sorrise con grande saggezza e disse: “Perchè solo il Tempo è capace di comprendere quanto è grande l’Amore.”
[Non ricordo chi è l'autore, ma trovo che faccia riflettere molto..]
Nata e residente a Bolotana, inizia a cantare dall'eta' di 6 anni, questo, grazie al padre Pietrino, musicista e cantante solista dei "Greff" (anni 60'), dal quale ha ereditato la passione per la musica e proprio insieme a lui inizio' ad esibirsi nelle feste paesane. La sua passione e' la musica sarda. Ha sempre sentito dentro di se una gran passione per i nostri suoni e colori, ascoltando e facendo tesoro di grandi artisti sardi come Mario Scanu, Maria Carta, Piero Marras etc. Nel 1995 incide "Roccas", vince un concorso regionale e firma un contratto discografico. Nel 1999 incide il suo primo disco dal titolo "Ammentos", dove interpreta brani inediti provenienti dalla trazione bolotanese. Il disco ottiene grande successo cosi come lo stesso suo spettacolo che decide di chiamare "Cantare la Sardegna". Nel 2000 inizia a lavorare con Piero Marras e nel 2001 esce il suo secondo album dal titolo "Unu frore che a tie" che porta proprio la sua firma, insieme a quella del noto poeta Paolo Pillonca. Nel 2003 nasce il terzo albun "Terramama", un disco nato in sordina ma che ha regalato tante soddisfazioni negli anni in quanto esso contiene brani come "Non potho reposare", " Ave maria ", " Lo scottis ( cantato da Tore Nieddu )", e tanti altri classici che lo rendono un sempre verde. Il 2006 e' l'anno di " Mediterranea" un lavoro di ricerca durato 3 anni interamente arrangiato da Uccio Soro, virtuoso della chitarra ( ad eccezione di Malu ighinu, brano arrangiato da Paolo Poddighe ). In questo disco sono stati raggruppati diversi nomi del panorama musicale sardo ( Paolo Pillonca, Gino Marielli, Benito Urgu, Maria Luisa Congiu, Franco Madau, Manuel Rossi Cabizza ). Questo intento ha fatto in modo che ogni brano goda di propria personalita' dando all'intero disco una moltitudine di colori. <object width="500" height="405"><param name ="movie" value="http://www.youtube.com/v/V8FPXPt2x4U&hl=it_IT&fs=1&color1=0x402061&color2=0x9461ca&border=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/V8FPXPt2x4U&hl=it_IT&fs=1&color1=0x402061&color2=0x9461ca&border=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="500" height="405"></embed></object>
Maria Giovanna Cherchi si esibisce dal vivo accompagnata stabilmente dal suo gruppo composto dagli amici: Tore Nieddu (Loiri) voce, chitarra ritmica e armonica a bocca - Marco Chessa (Sassari) Batteria e percussioni - Gianni Gadau (Porto Torres) Basso e Paolo Poddighe (Sassari) Tastiere, fisarmonica (arrangiamenti),
Maria Luisa Congiu
25Aprile, 2009
Posted by giomas2000
La sua storia e la sua vita
Nasce da un padre emigrato, con la valigia di cartone, e da una madre romana che le ha trasmesso la tenacia del carattere e l'inflessione di un accento che sbiadisce col tempo, nei lunghi transiti tra l'isola e il continente. Da piccola sognava di fare la disegnatrice di fumetti o l'archeologa, sua grande passione, poi il rientro in Sardegna a 18 anni. In lei esplode il desiderio di conoscere la propria lingua, sente che puo' offrire spazi al suono e alla creativita'. Cosi' si misura nel canto, che attraverso questa lingua, imprime timbri e significanti inediti, intreccia fraseggi, ritmi e cadenze che dal ballo al testo poetico, aprono sentieri inesplorati. A 19 anni si sposa con il musicista Pasqualino Puligheddu, al quale viene l'idea di fondare il "Duo di Oliena", insieme a Giuseppina Deiana, impostando canti tradizionali tipici a chitarra. Nel 1999 esce il primo lavoro discografico, Sas sette meravizzas, dove lei era anche autrice dei testi. Nel 2000 esce Bandelas, dove completa il suo percorso anche come musicista, scrivendone le musiche. Il 2002 e' l'anno di Abbajara, nel quale collabora anche Paolo Pillonca con alcuni testi. Dopo l'esperienza con il Duo di Oliena, con una separazione molto sofferta, i giochi sembravano chiusi. Ma lei si rimette in gioco con la sua musica e le sue canzoni, collaborando con altri artisti sardi come Francesco Demuru e, con al suo fianco il marito, affronta la vita di petto, con lo spirito di chi coltiva da tempo progetti generosi. La casa di Oliena e' abitata anche dai tre figli che nel tempo hanno animato la vita della coppia, un maschio e due femmine. Milagros, uno dei dischi piu' belli della sua carriera esce nel 2008, e contemporaneamente, a sorpresa, anche Soneanima, dedicato interamente al grande e mai abbastanza rimpianto Andrea Parodi. E' anche autrice di Lumera, la bellissima canzone dedicata con gratitudine ad Annamaria Puggioni. Donna tenace e grintosa, avida di sapere e attenta alle sfumature preziose del vivere quotidiano, le sue canzoni piacciono anche alle nuove generazioni. La musica che accompagna le composizioni di Maria Luisa e' derivata dall'attento ascolto di tutti i generi della musica sarda, dal canto a poesia alla chitarra, da su tenore a su ballu, alle melodie delle ninne nanne. Evita le estensioni armoniche e canta in modo garbato, quasi controllato per non "disturbare", per non "offendere" l'orecchio e la sensibilita' di chi ascolta. Non urla, anche quando canta parole forti e di protesta sociale, ben sapendo che chi urla non sempre ha ragione. Chi assiste ad un suo concerto tocca con mano tutte queste cose, con un magnifico sorriso sulle labbra, come quello di Maria Luisa Congiu, interprete fedele del suo popolo e della sua terra. La sua semplicita' e disponibilita' l'hanno resa una degli artisti piu' amat
CARLA DENULE E IL SUO NUOVO ALBUM: 'OGHE 'ELADA.
Fra le canzoni che compongono il nuovo album di Carla Denule c'è anche MAMA FIDELE, di Antonio Strinna e Marco Piras. Una intensa e delicata preghiera in lingua sarda, dedicata alla Madonna.
MAMA FIDELE
Testo: Antonio Strinna – Musica: Marco Piras
Mama fidele de isperas e lagrimas, mama cara ses cun s'amore tou e vives pensende a s’omine chi est solu, contr'a bentu, donzi die.
Chi Deus nos salvet, Maria, pro vivere beneittos umpare a tie caminende sempre chena nues in sa lughe chi nos dasa tue.
Mama fidele, oh mama gloriosa de Deus e de s’omine, est preziosa cun tegus sa vida pro s'anima tua.
Amore chi sanat dolore ses tue s’amiga de 'onzi pregadorìa, ses sa manu chi sos peccadores disizan che paghe.
Chi Deus no salvet, Maria, pro vivere fizos suos e fizos a tie... Ca su male faghet finza ruère su peldonu nos donas e un'ispera s'azzendet in su coro nostru pro te.
Mama fidele, oh mama gloriosa de Deus e de s'omine est preziosa cun tegus sa vida pro s'anima tua.
Amore chi sanat dolore ses tue in sa vida, ses tue in s’anima. Tue ses intro a su destinu nostru de antigos misterios.
Tue ses mama in chelu e in terra chi tottu iscultana, ses mama in chelu e in terra: salvesa pro s'omine...
CARLA DENULE Il suo nuovo CD: 'OGHE 'ELADA
1) Cando sos omines 2) Battor moritteddos 3) Carrasecare 4) Rosas in sa pedra 5) Cantade e ballade bois 6) Amore diverso 7) S'ispada lughente 8) Mama fidele 9) A sa luna 10) Cantare, cantare, cantare
Produzione RG Music
Consultando le pagine del DIARIO potete ascoltare e/o vedere: BADDE LONTANA, Bertas ISTELLA MIA, Corale Canepa CAMINENDE, Corale Orolache - Voci nel blues PENSENDE A TIE, Bertas DURCHE TERRA MIA, Paolo Zicconi e Corale Canepa MAMA FIDELE, Carla Denule NINNIDU SILENZIOSU, Andrea Parodi - Coro degli angeli AVE MARIA BELLA, I Bertas - Corale Luigi Cànepa
i dal pubblico isolano.<object width="445" height="364"><pa
Entrambi di Berchidda, Giovanni e Anna Maria Puggioni si sono affermati come Duo Puggioni. Il primo è nato nel 1942 e la seconda nel 1946. Prima che la malattia condizionasse pesantemente la voce di Anna Maria, il Duo Puggioni ha calcato i palchi di tutta l'isola ottenendo sempre un notevole consenso popolare, spesso comparendo nelle emittenti sarde, anche con sigle televisive. Frequenti anche le tournèe fuori dalla Sardegna, in Italia e all'estero.
La voce di Anna Maria, accompagnata dalla chitarra del fratello Giovanni, risultava sempre gradevole e moderna, di buona fattura, corrispondente ai gusti di gran parte del pubblico sardo. Dai primi anni '70 ai primi anni '90 il Duo Puggioni si è così affermato lasciando una grande impronta, contribuendo alla divulgazione del canto a chitarra in un modo del tutto personale, con una leggerezza che ha reso il Duo particolare, suggestivo e anche più accessibile.
Numerose poi le registrazioni che si sono susseguite nel tempo, ne elenchiamo qui alcune; si tratta di musicassette quasi tutte curate dal compianto Franco Idini, per la casa discografica Tekno Record. "Notte de chelu", "Serenadas", "La nostra Sardegna", "Semidas", "In su riu Mannu". Attualmente, dei due soltanto Giovanni è in attività; in particolare, collabora con il Coro di Aglientu.
Ho fatto un sogno. Un sogno che non si può raccontare..
perché non è importante..
quello che succede nel sogno...
E' importante quello che un sogno così...
ti lascia dentro...
E' questo che ti racconterò...
Ho capito quanto conta la volontà..
la voglia...
l'energia..
l'amore....
Quando devi lottare contro il buio...
Regalare un sorriso a chi non ne ha, è come dare amore a chi lo sta cercando...Non rinnegare il passato quantunque ti abbia dato gioia o dolore.. Vivi il presente come fosse nato ieri e ama il domani come fosse arrivato ora...Amare è una parola dolce che entra nel cuore di chi sai far innamorare senza dover dire "ti amo"Un amico è una luce che brilla nell'oscurità.Dicono che per ogni pensiero rivolto a chi ami nasca una stella!Tesoro guarda il cielo e perditi nell'immensita del mio amore.
Dove c'è amore c'è equilibrio...
dove c'è equilibrio c'è comprensione...
dove c'è comprensione c'è solidarietà...
Attraverso la solidarietà nasce la condivisione che ci tiene uniti...
dandoci la possibilità di superare ogni avversità...
Tutto nasce dall'amore il resto poi viene da sé...
Ti voglio bene Ti voglio bene non solo per quello che sei, ma per quello che sono io quando sto con te. Ti voglio bene non solo per quello che hai fatto di te stessa, ma per ciò che stai facendo di me. Ti voglio bene perchè tu hai fatto più di quanto abbia fatto qualsiasi fede per rendermi migliore, e più di quanto abbia fatto qualsiasi destino per rendermi felice. L'hai fatto senza un tocco, senza una parola, senza un cenno. L'hai fatto essendo te stessa. Forse, dopo tutto, questo vuol dire essere un' amica.